sabato 15 maggio 2010

Pillole Sparse dal Salone del libro. Belpoliti, Scurati, De Luna e Li Romani in Russia




Il Lingotto è troppo piccolo. Una marea umana invade tutti gli spazi possibili tra caldo (Ma non lo pagano il riscaldamento si chiedeva Antonio Scurati…), personaggi che ti passano affianco e tu dici “oddio chi è quello, me pare de conoscelo…” centinaia di appuntamenti che non puoi far altro che perdere e strane figure vestite da robocop o con indosso uno schermo portatile per pubblicizzare questo o quel prodotto. Vabbè, in tutto questo ho afferrato parole sparse che restituiscono la sensazione di quel che accade al di fuori del Lingotto.
Va detto che nelle varie presentazioni gli interventi degli autori sono stati, spesso e volentieri, sacrificati dalle prolusioni e dai voli pindarici dei presentatori, che hanno tolto molto spazio ai protagonisti e hanno, in qualche caso, anche causato malumori nel pubblico (vedi ad esempio le presentazioni di Gillo Dorfles e di Umberto Eco).
La sensazione comunque è di una grande baraonda in cui con grande attenzione puoi cogliere qualche bella intuizione o con gran culo avere qualche bella dritta (vedi festone di Minimum fax di ieri sera).

Brevi estratti in ordine sparso:
Giovanni De Luna Lectio magistralis, Dalla memoria alla storia

Orrore. Che categoria è l’orrore? Che emozioni ci restituisce l’orrore?Ci trasmette emozioni usa e getta, sensazionalismo da dimenticare il minuto dopo.
Attraverso una trasmissione dei fatti storici basati su queste categorie si giunge ad appiattimento di dimensioni. Viviamo in un eterno presente.
[…] Quelli di El Alamein sono quelli che hanno ammazzato i nostri a Cefalonia, Non si possono celebrare insieme.
Marco Belpoliti, Senza Vergogna, Guanda editore
Il risentimento è il mood dell’epoca in cui viviamo. Animosità verso gli altri (cita anche Totti contro Balotelli). Dovremmo recuperare il senso della vergogna. La vergogna verso ciò che era accaduto, ma forse ancor più, la vergogna per ciò che era (ed è) la nostra nazione è stata la ragione del suicidio di Primo Levi.
Le radici del risentimento risiedono nell’invidia.
Vi racconto un detto popolare:
La strega dice al contadino: farò per te quello che vuoi ma ti avverto, farò il doppio al tuo vicino di casa. Il contadino rispose: Allora cavami un occhio!
Belpoliti parla di Hanna Arendt e di come, la malvagità e la mediocrità siano strettamente connesse. Il senso di essere perduti spinge la malvagità. E’ la mediocrità il male della politica. Molti politici sono malvagi perché mediocri.
In tutto questo si inserisce il continuo scivolamento delle responsabilità. La stagione di Mani Pulite ricalca abbastanza fedelmente ciò che accadde dopo il 1945. A pochi anni di distanza abbiamo già dimenticato le responsabilità, adesso riabilitiamo senza troppi indugi anche la figura di Craxi.
In sostanza: “la colpa è sempre degli altri”.
Nessuno si prende la responsabilità di fallire.


Sorprendente performance di Simone Cristicchi che ha interpretato il testo di Elia Marcelli "Li romani in Russia. Racconto di una Guerra a Millanta mila Miglia”.
Pare che qualcuno abbia già avuto la mia stessa idea. Portarlo a Viterbo. Pare si esibirà a fine Luglio con questo stesso reading. Da non perdere.


Antonio Scurati parla de Gli anni che non stiamo vivendo, Il tempo della cronaca
Le nostre vite si misurano sul metro corto della cronaca. L’amore è l’ultima religione laica della storia. Può esserci amore sul tempo corto della cronaca? No, infatti, le donne si pagano. Ma bisogna tornare a dirlo alle ragazze, alle giovani donne, che non è stato sempre così!
Sul tempo corto della cronaca sono sparite tutta una serie di dimensioni dell’essere che sono dimensioni di senso.
In questo, la letteratura è una protesi di eternità.

Insomma, non è stata una giornata confortante, a chiudere tutto questo, Mario Calabresi ha citato Hobbes: "La sola grande passione della mia vita è stata la paura".

Nessun commento:

Posta un commento